Ieri sera al tramonto ritorno al Pelourinho, antico quartiere nero di Salvador. Cerco una chiesa visitata tre anni fa in fretta con una guida locale. Ora sono libero e solo e "lecco le pietre" come uso dire per confrontarmi con un turismo fuori dalla fretta delle guide. Cerco l´Iglesia de Nossa Senhora do Rosario. É dell´inizio del 700, ed éél´ unica chiesa costruita dagli schiavi per gli schiavi. Le altre sontuose e ricche dei padroni portoghesi erano proibite a loro. Qui si adora nel piccolo cimitero la tomba di una schiava, l´Esclava Anastasia dell´ Angola raffigurata sulla tomba con una maschera di cuoio sulla bocca che le impediva di parlare come era l´usanza dei tempi. Trovo la chiesa ed entro. La funzione sembra essere giá iniziata. Il prete sull´altare veste questa volta i paramenti sacri, non la maglietta della precedente chiesa. Mi rassicura una preghiera in latino. Sono a casa? Ma improvvisamente un suono di percussioni attraversa la chiesa. Il suono é crescente, ritmato. Scorgo quattro suonatori anziani in un altare laterale che suonano bongos e maracas. Il ritmo sta crescendo...scandisce un ritmo che conosco giá..La ragazza che prega in piedi, fronte a me, camiciola dorata, jeans, smuove con un colpo di nuca i capelli sciolti sulla schiena. I capelli ondeggiano...la schiena inizia ad ondeggiare. Il fondo schiena ora attira il mio sguardo...ma é samba, questo motivo. Un vecchio signore esce dai banchi, alza le braccia e inizia a ballare, cosí la vecchietta settantenne. Io continuo a guardare il fondoschiena della ragazza di fronte a me. Fantastico. In un minuto stanno tutti danzando la samba. Il prete sull´altare é volto verso di noi e sembra dare il tempo, o benedice? non so. Mi trovo ...meraviglia ad accennare anch´io a passi di samba. Chi applaude, chi canta, chi prega....sono felici.. sí almeno questo sembrano. lucio