[dal giornalino “Capafresca” (1999-2011)]

 

ADESPOTO o ADESPOTA [dal greco 'a-' (prefisso di negazione) e 'despótes‘ (padrone)] (agg.) Senza padrone | Detto di libro, codice, manoscritto di cui non si conosce l'autore [dallo ZINGARELLI]

AD MAIORA [dal latino ‘a cose maggiori’] (loc. inter.) Augurio che si rivolge a chi ha ottenuto un successo per auspicargli risultati ancora migliori. [dallo ZINGARELLI]

AFA [voce onomatopeica per indicare l'aprire e chiudere della bocca o il respiro affannoso] (s. f.) Aria greve, calda, soffocante [dallo ZINGARELLI]

ALBÈDO [dal latino 'albu(m)' (bianco)] (s. f. inv.) Parte interna biancastra della buccia degli agrumi. [dallo ZINGARELLI]

ALCOOL - Fu il medico e filosofo Paracelso che gli diede il nome di alcool (…) La parola alcool viene dall’arabo al kohl, che significa “galena”, ovvero una polvere finissima che le donne del vicino Medio Oriente usavano per il loro trucco. ‘Al Kohl’ stava quindi a indicare “la polvere più fina che sia possibile produrre”. Come conseguenza si impossessarono della parola gli alchimisti, come sinonimo di “quanto vi è di più fine”, ecco come “al Kohl” passò ad indicare anche quanto vi è di più fine nel vino, cioè la parte volatile di esso, allora chiamata ancora ‘aqua vitae’ o ‘aqua arde’, ossia acquavite o acqua che brucia. [GIULIANA BONOMO (1979), “Bevande, vini e cocktails”, Ed. Curcio]

AMBARADAN [da “Amba Aradam”, massiccio montuoso dell'Etiopia presso il quale le truppe italiane sconfissero nel 1936 l'esercito abissino in una cruenta battaglia] (s. m.) Grande confusione, guazzabuglio | Organizzazione complessa [dallo ZINGARELLI]

 

 

BARDOTTO [forse dall’arabo ‘barda’ (coprisella)] Animale prodotto dall'incrocio di un'asina con un cavallo || MULO [dal latino ‘mulu’] Animale prodotto dall'incrocio incrocio tra un asino e una cavalla [dallo ZINGARELLI]

BABBIONE - La “Comedia Babionis” sembra sia stata composta verso al fine del secolo XII. Babione, prete pagano, ammogliato, alleva con sé una giovinetta sua pupilla, chiamata Viola, e l'ama segretamente, ma trema dalla paura che il suo amore sia scoperto, al punto che dà dei buoni bocconi ai cani, in presenza dei quali ha disfogato la sua passione, perché non ne raccontino nulla. Per cui la sciocchezza di questo individuo passò in proverbio. [GIUSEPPE FUMAGALLI (1894), “Chi l'ha detto?”, Ed. Hoepli]

BABY- DOLL
- Il baby-doll è una camicia da notte femminile corta. Il nome “Doll” è il vezzeggiativo di “Dorothy”, interpretata da Carrol Baker, che la indossava, sensualmente, nel film del 1956 “Baby Doll” del regista Elia Kazan. [VITO COPPA (2006)]
- [propriamente ‘piccola bambola’ 'doll', vezzeggiativo del nome proprio 'Dorothy‘ (Dorotea) dal nome della protagonista del film omonimo di E. Kazan] (s. m. inv.) Camicia da notte femminile corta, completata o no da mutandine [dallo ZINGARELLI]
- Baby-doll non è assolutamente la trasformazione vezzeggiativa di “Dorothy”, ma è più credibilmente la definizione di un capo di abbigliamento che trae il suo nome dalla fattura semplice che ricordava il vestitino delle bambole che poi a sua volta era una semplificazione del vestitino delle bambine, fatto cioè a campana con bretelline o meno e corto sulle ginocchia. Bambola si traduce con "doll", bambina con "baby" ed infine il verbo agghindare si traduce con "to doll up" e, conseguentemente, se vogliamo escludere la bambola, si finisce inevitabilmente in "agghindata a bambina". [MASSIMO VELOTTI (2007), comunicazione personale]

BAGNOMARIA o BAGNO MARIA [dal greco 'balnêion' (bagno) e 'Maria' (Ebrea, sorella di Mosè, ritenuta popolarmente un’alchimista)] (s. m.) Sistema indiretto di riscaldamento di un recipiente che viene immerso in acqua direttamente scaldata. [dallo ZINGARELLI]

BAR - E’ un termine che si usa ormai in tutto il mondo, ma forse non tutti sanno che deriva dall’inglese “barrier”, cioè sbarra. All’epoca dei primi coloni dell’America del Sud, l’angolo riservato allo spaccio degli alcolici, nelle bettole, era diviso dal resto del locale con una sbarra ben solida che arrivava fino all’altezza del petto. “Bar” ha quindi preso il significato sia dell’angolo in cui si servono e si bevono i liquori, sia del locale stesso. [GIULIANA BONOMO (1979), “Bevande, vini e cocktails”, Ed. Curcio]

BEOTA [della Beozia, regione greca nota per i suoi abitanti, ritenuti rozzi e stupidi] (s. m. e f.) Persona stupida, ottusa [dallo ZINGARELLI]

BATTAGE [dal francese ‘battre la grosse caisse’, ‘battere la grancassa’] (s. m. inv.) Massiccia campagna pubblicitaria | Pubblicità chiassosa ed esagerata attorno a qualcuno o a qualcosa [dallo ZINGARELLI]

BIANCHERIA - Dal 1870 la biancheria tradì anche la sua tradizionale etimologia: non era più soltanto bianca. Subentrarono sete colorate e poi tinte delicate per il broccato e la batista. [LUCIANOSPADANUDA (1997), “Storia delle mutande”, Ed. Castelvecchi]

BICCHIERE DELLA STAFFA - Ultimo bicchiere che si beve prima di congedarsi da qualcuno. Il nome deriva dall’antica usanza di berlo quando già si aveva il piede nella staffa del cavallo prima di partire. [GRAHAM EDWARDS - SUE EDWARDS (1988), “Drink. Vini, liquori, cocktail e bevande di tutto il mondo”, Ed. Pan]

BIT [abbreviazione dell'inglese ‘bi(nary) (digi)t’, cifra (digit) binaria (binary)’] (s. m. inv.) Unità di misura della quantità di informazione || BYTE [dall’inglese "bite" (morso) ricomposto al fine di evitare incidentali mutazioni nel termine bit] (s. m. inv.) Unità di misura della quantità di informazione corrispondente a 8 bit [dallo ZINGARELLI]

BRANCO [dal latino 'branca' (gruppo)] (s. m.) E' il termine più generico per indicare un raggruppamento di animali della stessa specie. || MANDRIA [dal greco 'mándra‘ (ovile, recinto)] (s. f.) E' il termine specifico se l'aggregato è costituito di animali domestici di grossa taglia, come sono cavalli, bufali o buoi. || GREGGE [dal latino 'grege(m)'] (s. m.) Costituisce invece un un gruppo di pecore o capre riunito sotto la sorveglianza di un pastore. || STORMO [dal tedesco 'sturm‘ (assalto)] E' un gruppo di uccelli in volo. [dallo ZINGARELLI]

BRINDISI - Il brindisi è entrato nella nostra lingua dal dire spagnolo ‘brindis’, che a sua volta deriva dalla formula tedesca “bring dir’s” e significa: lo porto a te (il calice); si trattava di un messaggio trasmesso dai Lanzichenecchi alle milizie spagnole. [LUCIANOIMBRIANI (1986), “Cocktails al vino, spumante e champagne”, Ed. De Vecchi]

 

 

CALDALLÉSSA [composto da ‘caldo’ e ‘allesso’] Castagna cotta nell'acqua con la sua scorza || CALDARROSTA [composto da ‘caldo’ e ‘arrosto’] Castagna arrostita con la sua scorza in una padella bucherellata [dallo ZINGARELLI]

CANDELORA - Festa del 2 febbraio in cui si benedicono le candele (simbolo di Cristo “luce”). La festa è anche della "Purificazione di Maria", perché, secondo gli antichi ebrei, una donna era impura per 40 giorni dopo il parto di un maschio e doveva andare al Tempio per purificarsi: il 2 febbraio è il 40° giorno dopo il 25 dicembre (nascita di Gesù Cristo). La festa è anche della "Presentazione al tempio" del neonato Gesù portato da Maria. [VITO COPPA (2009)]

CANDIDATO - Quando uno dice ‘candidato’ non pensa ormai più all’aggettivo ‘candido’; e pure, proprio da questo aggettivo la parola è nata. Anche nell’antichi Roma le elezioni certo non mancavano; le cariche pubbliche, civili e religiose, erano anzi moltissime. Quelle consolari, per esempio, quelle pretorie, quelle tribunizie, per non dire quelle sacerdotali che avevano spesso rapporti assai stretti con le funzioni civili. Essendo molto le cariche, moltissimi erano i candidati. E proprio nei giorni che precedevano le elezioni, si vedevano girare per le vie dell’Urbe, e specialmente per il Foro, che era il centro di tutte le attività pubbliche cittadine, certi personaggi in toga bianca, resa anche più bianca per mezzo di un particolare appretto gessoso di cui si è perduta la formula. Per questo bianco brillante delle loro toghe si dava a questi personaggi il nome di ‘candidati’, che alla lettera significa “imbiancati”, aggettivo derivato da ‘candidus’ , in italiano “candido”. Perché queste toghe così bianche … che più bianco non si può? Per fare maggiore spicco su tutte le altre toghe, per attirar meglio l’attenzione degli elettori su quelli che le indossano. Costoro, ben drappeggiati in tanto candore, andavano qua e là per il Foro mettendosi solennemente in mostra, e intorno a loro si formavano capannelli di gente, e nascevano discussioni, dibattiti, polemiche. Era, in altre parole, la propaganda elettorale che ciascun candidato si amministrava da sé, a cominciar dal vestito. Oggi i candidati vestono magari in doppio petto scuro; restano però i girovagamenti, le chiacchiere e tutto il resto. [ALDO GABRIELLI (1977), "Nella foresta del vocabolario", Ed. Mondadori]

CAFFE’ - Kaffa. Regione dell’Etiopia in cui ebbe probabilmente origine il caffè e da cui la bevanda ha preso il nome. Si trova anche con la grafia Caffa. [GRAHAM EDWARDS - SUE EDWARDS (1988), “Drink. Vini, liquori, cocktail e bevande di tutto il mondo”, Ed. Pan]

CANICOLA - La fine di luglio segna tradizionalmente l’inizio di quel periodo di caldo asfissiante, conosciuto come canicola: per la precisione, la canicola è quel periodo dell’anno che ha inizio il 26 luglio. L’appellativo piuttosto strano di canicola, adottato per periodi di grande insolazione, è dovuto al fatto che il Sole, in questo periodo dell’anno, entra nella costellazione del Cane Maggiore. [LUIGI VEROLINO (2008), Comunicazione personale]

CAPAFRESCA [dal latino 'caput‘ (capo) e dal fràncone 'frisk' (fresco)] (s. f.) Stato fisiologico e filosofia esistenziale costituiti da mente fresca (riposata e ristorata), comportamento spontaneo, allegro, vivace, considerazione degli eventi della vita come transitori e limitati e consapevolezza di sapere di non sapere. [VITO COPPA - FRANCESCO VEROLINO (2006)]

CARAMPANA [voce veneziana, dalla contrada veneziana delle Carampane (da Cà ‘casa’ Rampani, nome di una famiglia), abitata da prostitute] Donna sguaiata e volgare | Donna brutta e trasandata [dallo ZINGARELLI]

CARNEVALE [composto di "carne" e "levare", perché dopo il carnevale iniziava la proibizione di mangiare carne] E’ il periodo dell'anno che precede la Quaresima e culmina nei balli e nelle mascherate dell'ultima settimana. Finisce il martedì (ultimo giorno di Carnevale: ‘Martedì grasso’), precedente il ‘Mercoledì delle Ceneri’ (perché durante la Messa il sacerdote pone sul capo dei fedeli la cenere per ricordare la caducità della vita) che segna l'inizio della 'Quaresima'. Anticamente il carnevale indicava il banchetto che si teneva subito prima del periodo di astinenza e digiuno della ‘Quaresima’ [quarantesimo giorno (prima della Pasqua)], periodo di penitenza di quaranta giorni fino al Sabato Santo, che ricorda i quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto dopo il suo battesimo nel Giordano e prima del suo ministero pubblico. [VITO COPPA (2009)]

CATERINÉTTA [dal francese ‘catherinette’, dal nome di Santa ‘Caterina’ d'Alessandria, patrona delle sarte] (s. f.) Sartina o modista molto giovane [dallo ZINGARELLI]

CHANEL N. 5 - Creato da un chimico di Grasse, Ernest Beaux, fu la prima fragranza artificiale e moderna, definita astratta, perché non vi predominava un essenza naturale, ma era realizzata su base chimica. Così chiamato perché, dovendo scegliere quale produrre fra dieci essenze, Coco Chanel le versò su altrettanti fazzoletti, e una volta evaporate, iniziò ad annusarle finchè non arrivò alla quinta: “ça va, çå va!” [da: SOFIA GNOLI (2005), “Un secolo di moda italiana”]

CICERO PRO DOMO SUA - Si dice rivolti a una persona, in preferenza con cariche o funzioni pubbliche, che nella sua posizione di potere si preoccupa un po' troppo a perorare cause per il proprio vantaggio personale: ne avremmo tantissimi esempi da fare oggi (…) Il detto viene dal nome dato, con un po' di malizia, a un'orazione di Cicerone con cui il senatore e grande oratore romano chiedeva al collegio dei Pontefici (con trasparenza tuttavia) terreno e denaro per costruirsi una “domus”, cioè una casa sua. [GIORGIO DE RIENZO (2010) sul “Corriere della Sera”]

CIN CIN - Cin cin o cincin deriva sia dalla formula onomatopeica del toccare i bicchieri e del relativo allegro suono, sia dal cinese ‘ching-ching’, formula di invito e augurio preceduta dai tradizionali inchini orientali. [LUCIANO IMBRIANI (1986), "Cocktails al vino, spumante e champagne", Ed. De Vecchi]

CLINICA - Qui bisogna risalire ai Greci, che per dire “chinarsi”, “piegarsi”, “mettersi a giacere” avevano il verbo ‘klinein’ (confrontatelo con l’italiano ‘inclinare’); dal verbo, si fece il sostantivo ‘kline’ con cui si indicava tutto ciò su cui ci si può adagiare, e per eccellenza il letto. Creato il letto, si andò avanti, e si fece il ‘klinikòs’, cioè “l’uomo a letto”; e poiché l’uomo adagiato su un letto è spesso un ammalato, ‘klinikòs’ indicò anche l’ ”ammalato”, l’ ”infermo”. Da quest’ultimo termine, i Latini foggiarono l’aggettivo ‘clinicus’, e dissero ‘medicus clinicus’, e poi, sostantivando, soltanto ‘clinicus’, il medico che visita l’ammalato a letto, Anche in italiano ‘clinico’ è aggettivo e sostantivo insieme: ”medico clinico”, “rimedio clinico”, “occhio clinico”, “Murri era un gran clinico”: e si dice appunto di medico che visita l’ammalato a letto, o di fatti che si riferiscono all’osservazione pratica e diretta del malato adagiato sul letto. Così pure con la parola ‘clinica’ (sottinteso ‘arte’) in greco ‘klinikè’ (sottinteso ‘tèchne), si indica quella parte dell’insegnamento medico che si fa direttamente presso il letto dell’ammalato; e ‘clinica’ (sottinteso ‘casa’) è il luogo dove si fa tale insegnamento. [ALDO GABRIELLI (1977), "Nella foresta del vocabolario", Ed. Mondadori]

CLOWNTERAPIA [dal latino 'colonu(m)' (contadino rozzo), dal greco 'therápon‘ (servo) e dal latino 'ia' (suffisso formante sostantivi)] (s. f.) Pratica ospedaliera rivolta soprattutto ai bambini che consiste nell'affiancare alle terapie tradizionali interventi di intrattenimento ispirati ai clown del circo || GELOTOLOGIA [dal greco 'gélos' (riso, risata), 'lógos‘ (discorso, detto) e dal latino '-ia' (suffisso formante sostantivi)] (s. f.) Disciplina che studia le potenzialità terapeutiche del buon umore e del riso, con applicazioni soprattutto in pediatria [dallo ZINGARELLI]

COBALTO [dal tedesco 'Kobold‘ (coboldo) perché, secondo una leggenda, i minatori che cercavano l'argento, trovando al suo posto il cobalto, si credettero burlati da un folletto] (s. m.) Elemento chimico, metallo, ferromagnetico, bianco-argento, malleabile | Colore azzurro puro e intenso [dallo ZINGARELLI]

COLOMBEGGIARE [dal latino 'columbu(m) 'colombo, scuro'] o TORTOREGGIARE [dal latino 'turture(m)' (onomatopeico)] o TUBARE [dal latino 'tubare' (onomatopeico)] Emettere il caratteristico grido gutturale, specialmente durante il periodo dell'accoppiamento, detto di colombi, tortore e simili | Amoreggiare teneramente, scambiandosi a mezza voce frasi o parole affettuose [dallo ZINGARELLI]

CONTRORA - Sono le tre di un pomeriggio d’estate. Il sole è impietoso. L’ombra non esiste o forse è solo un’illusione ottica, dal momento che non provo alcun sollievo nemmeno a restare seduto sotto un ombrellone degli chalet a Mergellina. A Napoli si chiama ‘controra’. Il termine sta a indicare che si tratta di un’ora contraria, cioè di un’ora che dovrebbe essere vissuta come un’ora della notte: a letto e nel buio di una stanza. L’orario unico è stato inventato nei paesi senza sole. [LUCIANO DE CRESCENZO (1977), “Così parlò Bellavista”]

COTTIMO [dal latino quotumu(m) ‘di che numero?’] (s. m.) Forma di retribuzione commisurata alla produzione realizzata, indipendentemente dalle ore di lavoro [dallo ZINGARELLI]

CROISSANT [dal francese ‘crescente’, cioè ‘luna crescente’, per la forma; i primi sarebbero stati fatti a Vienna nel 1689, dopo la fine dell'assedio dei Turchi, a ricordo della mezzaluna turca] (s. m.) Mezzaluna di pasta sfoglia dolce o salata, cotta al forno [dallo ZINGARELLI]

CRUCIALE [dal latino ‘crux’ (croce)] (agg.) Punto o momento in cui si deve fare una scelta (è detto così dalle croci che indicano una direzione nei crocevia) Decisivo, critico [dallo ZINGARELLI]

 

 

DESTRIERO [dal francese 'destre‘ (destra’, perché lo scudiero lo teneva con la mano destra)] (s. m.) Cavallo da battaglia | Cavallo da sella di buona qualità [dallo ZINGARELLI]

DISSIMULARE - ‘Simulare’ vuol dire fingere che esista una cosa che non c’è (deriva dal latino ‘similis’, simile). La simulazione di reato è punita dal codice penale, come ben sa quel portavalori che, per impadronirsi del milioni affidatigli da una banca, inventò di essere stato, strada facendo, rapinato dai banditi. (…) ‘Dissimulazione’ indica il contrario: fingere che non esista ciò che è, nascondere, mascherare, riferito specialmente agli stati d’animo. Reprimere sentimenti, pensieri, intenzioni. Un giocatore di poker è opportuno che dissimuli la sua gioia, se gli capita una scala reale. Dissimulatori per dovere professionale sono i diplomatici, una categoria di alti funzionari che sanno mentire in più lingue. [ALDO GABRIELLI (1977), "Nella foresta del vocabolario", Ed. Mondadori]

ECATOMBE [dal greco ‘hekatón‘ (cento) e ‘bôus’ (bue)] (s. f.) Nell'antica Grecia, sacrificio di cento o comunque di numerosi buoi, o di altri animali, a una o a più divinità | Sterminio, strage [dallo ZINGARELLI]

ENTUSIASMO [dal greco “enthousiázein”, essere ispirato in (en-) dio (theós)] (s. m.) Sentimento intenso di ammirazione. Dedizione totale [dallo ZINGARELLI]

ESTERREFATTO - In quanto derivato del latino exterrìre 'atterrire' e facere 'fare' non può scriversi esterefatto, ma ‘deve’ correttamente essere scritto esterrefatto con le due R etimologiche. [RAFFAELE BRACALE (2007), Comunicazione personale]

ESTROVERSIÓNE [dal latino ‘extra’ (fuori) e dal latino ‘versus’ (girato, rivolto)] Atteggiamento psicologico di interesse per il mondo esterno e l'ambiente sociale, piuttosto che per i propri pensieri e sentimenti || INTROVERSIÓNE [dal latino ‘interum’ (che sta dentro, nell'interno) e dal latino ‘versus’ (girato, rivolto)] Atteggiamento psicologico di interesse per i propri pensieri e sentimenti, piuttosto che per il mondo esterno e l'ambiente sociale [dallo ZINGARELLI]

ETA’ SINODALE - Nel primo capitolo dei ‘Promessi Sposi’, il Manzoni precisa che Perpetua, la fantesca di don Abbondio, ”aveva passata l’età sinodale dei quaranta”. Le leggi ecclesiastiche, infatti, prescrivevano che le donne non potevano andare a servizio da un prete se non dopo aver compiuto i quarant’anni. Per quei tempi si trattava di un’età piuttosto avanzata. “Sinodale”, ovviamente, è l’aggettivo di “sinodo”, dal greco “synodos”, che significa “riunione”. In qualche caso, oltre all’espressione manzoniana, si dice “età canonica”. [GIULIO NASCIMBENI (2003) sul “Corriere della Sera”]

ETIMO - Già gli antichi greci s’interrogavano sull’origine della loro lingua. (…) che cos’è l’etimo? E’ la forma originaria di una parola. Che cos’è etimologia? E’ la ricerca dell’origine di una parola, ma soprattutto viene concepita come storia di questa parola. (…) Tutto deriva dal greco “etimon” (intimo significato della parola), da “etimos” (vero), d’origine incerta. [GIULIO NASCIMBENI (2003) sul “Corriere della sera”]

FARE LE COSE ALLA CARLONA - Il significato indica espressioni come alla buona, in modo grossolano, senza cura, in modo trasandato. Il detto risale all’imperatore Carlo Magno, chiamato Carlone e raffigurato nei poemi cavallereschi come uomo semplice e bonario che amava indossare abiti di stoffa rozza. [GIULIO NASCIMBENI (2004) sul “Corriere della sera”]

FERIALE [dal latino 'feria' (Il significato di 'giorno lavorativo' deriva dall'uso liturgico in cui si chiamavano ‘feriali’ i giorni dedicati alla ‘festa’ di un santo, cioè tutti i giorni della settimana, tranne la domenica dedicata al Signore)] (agg.) [dallo ZINGARELLI]

FERIE - Sono finite le ferie: si torna ai giorni festivi. Il termine latino ‘feria’ può tradursi come ‘periodo di vacanza’. In tal modo le fiere sono mercati che si tengono durante i giorni di festa, oppure il ferragosto è il periodo di vacanza dell’imperatore Augusto. L’attributo feriale, pertanto, dovrebbe significare festivo: esattamente il contrario di quel che significa oggi. Come mai? La colpa è da ricercarsi nella liturgia cattolica, secondo la quale sono detti feriali tutti i giorni della settimana, eccezion fatta per la domenica, durante i quali si celebra certamente la festa di qualche santo. Di qui il cambio di significato. [LUIGI VEROLINO (2002), Comunicazione personale]

GALATEO - Il vescovo Galeazzo Florimonte commissionò al vescovo Giovanni Della Casa il “Galateo” (“Galeazzo” in latino) sui “modi che si debbono o tenere o schifare nella comune conversazione”. [VITO COPPA (2009)]

GOSSIP - Dal nome di un uccello col becco a spatola che rovista nella melma, propriamente “pettegolezzo mondano” in inglese; in Italia si usa sempre di più per indicare ogni tipo di pettegolezzo. [da: GIAN LUIGI BECCARIA (2008), “Per difesa e per amore. La lingua italiana oggi”]

GOTHA [dal nome della città tedesca di Gotha, dove si pubblicò dal 1763 al 1944 un celebre annuario genealogico di case regnanti e famiglie aristocratiche] (s. m. inv.) Insieme ristretto di persone che, in un determinato settore di attività, si distinguono per qualità superiori: per esempio il Gotha del ciclismo europeo [dallo ZINGARELLI]

 

 

HOOLIGAN (pronunica: 'uligan) [voce inglese dal nome di una turbolenta famiglia irlandese, vissuta a Londra verso la fine dell'Ottocento] (s. m. e f. inv.) Chi fa parte di una banda di teppisti | Tifoso facinoroso e violento [dallo ZINGARELLI]

 

 

IN NUCE (loc. agg. inv. e avv.) Vuol dire semplicemente "in una noce". La tradizione vuole che Plinio il Vecchio, di fronte a un esemplare dell’Iliade di Omero di dimensioni ridottissime, abbia affermato che poteva essere contenuto "in una noce". Si usa per indicare concetti, teorie, idee espresse in forma sintetica. Talvolta sta anche a indicare un fenomeno in germe oppure un’anticipazione sommaria di eventi futuri. Facciamo un esempio: "Nell’opera degli enciclopedisti francesi è contenuta in nuce la rivoluzione dell’Ottantanove". [LUIGI VEROLINO (2000), Comunicazione personale]

 

 


JEEP - Di origine American/English (1941) deriva dalla abbreviazione di Ford "General Purpose" adatta cioè ad impieghi generali, contemporanea in origine ad altri due veicoli militari con caratteristiche abbastanza simili per cui quando si aveva l' esigenza di doverla distinguere dalle altre si usava in gergo militaresco la pratica abbreviazione di G.P. Ma nel 1936 nei fumetti di Braccio di ferro aveva fatto la comparsa uno strano essere, una sorta di cane che mangiava orchidee dotato di poteri straordinari che godette anch'esso di buona popolarità (arrivata fino a i tempi nostri) chiamato Eugene the Jeep e che gli affezionati lettori chiamavano (così come è avvenuto in Italia ed è tuttora così) solo jeep per cui si suppone che la simili rarità fonetica aggiunta alla semplificazione della compitazione della parola G.P. abbiano spinto ad adottare il termine oramai consacrato dalla notorietà popolare a nome proprio di Jeep che in seguito è diventato a tutti gli effetti il marchio di fabbrica che tutti conosciamo. [MASSIMO VELOTTI (2010) comunicazione personale]

 

 

LAPALISSIANO - E' passato alla storia come l'inventore dell'ovvio del tutto immeritatamente. La Palisse, infatti, era un generale francese morto in battaglia, a Pavia, nel 1525. Sulla sua tomba i soldati avrebbero voluto scrivere “Qui giace monsieur de La Palisse; un quarto d'ora prima di morire aveva ancora voglia di combattere”, sennonché, per un refuso dello scalpellino, la parola "envie" (voglia) divenne "en vie" (in vita), e la frase si trasformò in “un quarto d'ora prima di morire era ancora in vita”. Di qui il termine lapalissiano. [LUCIANO DE CRESCENZO (1994), “Panta rei”]

LAUTO [dal latino 'lautu(m)' (bagnato, lavato), poi 'elegante, distinto' e quindi 'ricco', perché anticamente il lavarsi era segno di distinzione] Abbondante, splendido, sontuoso: 'pranzo, trattamento lauto'. [dallo ZINGARELLI]

LIGRE [composto di ’l(eone)’ e ‘(t)igre’] (s. m.) Animale prodotto dall'incrocio di un leone con una tigre femmina || TIGONE [composto di ‘tig(re)’ e ‘(le)one’] (s. m.) Animale prodotto dall’incrocio di una tigre maschio con una leonessa [dallo ZINGARELLI]

- LOGO - Nelle grammatiche è, infine, prevalsa la distinzione tra parole che indicano cose e parole che indicano persone. Le parole che indicano cose (per esempio, dialogo, catalogo, prologo) hanno il plurale in “-ghi”: dialoghi, cataloghi, prologhi. Le parole che indicano persone hanno il plurale in “-gi” teologo-teologi, ornitologo-ornitologi, psicologo-psicologi. [GIULIO NASCIMBENI (2004) su “Sette”]

HOOLIGAN (pronunica: 'uligan) [voce inglese dal nome di una turbolenta famiglia irlandese, vissuta a Londra verso la fine dell'Ottocento] (s. m. e f. inv.) Chi fa parte di una banda di teppisti | Tifoso facinoroso e violento [dallo ZINGARELLI]

MAGGIORATA - Ogni tanto, per qualche prosperosa attrice (…) viene ripristinata l’espressione “maggiorata fisica” che fu in voga negli anni Cinquanta. Bisogna riandare a un film a episodi di Alessandro Blasetti, ‘Altri tempi’, uscito nel 1951. In uno di questi episodi, tratto dalla novella ‘Il processo di Frine’ di Eduardo Scarfoglio, un avvocato (Vittorio De Sica) difendeva una giovane bellissima, prorompente (Gina Lollobrigida). Nel fervore dell’arringa, De Sica gridava cha la Lollo era una “maggiorata fisica”, in evidente contrapposizione con la locuzione “minorato psichico”. Risultato: assoluzione a furor di popolo e di giuria per la procace imputata. [GIULIO NASCIMBENI (2003) sul “Corriere della sera”]

MALAPROPISMO
- La Signora Malaprop (dalla commedia teatrale “I rivali” del 1775 dell’irlandese Brinsley Sheridan) otteneva sicuri effetti comici usando spesso una parola per un’altra di suono simile (per esempio amore/amaro, antilopi/antipodi, traduttore/traditori). Con il significato di storpiatura e anche di papera, il sostantivo “malapropismo” approda come neologismo nello Zingarelli 2000. Il “malapropismo”, nato sul palcoscenico, si può legittimamente estendere al giornalismo, al bieco ma divertente dominio dei refusi: dallo storico “La regina Margherita in Calore” (invece di Cadore) all’eminente “dantista” divenuto “dentista”, al deamicisiano “Tamburino sardo” declassato a “Tamburino sordo”, al “relatore” del bilancio storpiato in “delatore”, a Mussolini che passò in rivista i militi “scaglionati” alla sua sinistra, ma un refuso cambiò la prima sillaba “sca” in “sco”. [GIULIO NASCIMBENI (2000) sul "Corriere della Sera"]
- Resta da aggiungere che il nome Malaprop era una riduzione del francese "mal à propos", ovvero a sproposito. [FRANCO MIMMI (2004), Comunicazione personale]

MANCIA - Nel Tre e nel Quattrocento (…) la manica, anzi era un particolare così indipendente dal resto del vestito, che questo poteva ornarsi oggi di un paio di maniche, domani di un altro. Da questo fatto, anzi, sembra sia derivato il detto "è un altro paio di maniche", per indicar cosa che non abbia alcuna relazione con cosa detta prima. (…) le belle dame crearono quest’uso singolare: regalavano, durante i tornei, al cavaliere del cuore o particolarmente ammirato, una delle maniche del proprio vestito, scelta fra le più belle, come pegno d’amore e augurio di vittoria. E il cavaliere così favorito se la legava alla spalla, sull’acciaio della corazza, sì che nei torneamenti, nelle cariche, nei volteggi, essa garriva al vento come una barriera. Queste maniche si chiamarono "manches honorables", "maniche d’onore". Ora avvenne che il termine francese "manche", trasferitosi in Italia con gli eserciti e con tutto l’apparato coreografico che li accompagnava e tradotto a orecchio in "mancia", venne presto a significare genericamente "regalo, "dono"; e pazienza si fosse fermato lì; chè presto cominciò a scivolare in basso, fino a diventare un dono sì, ma di categoria terra terra, un regaletto da nulla, in denaro, dato per cortesia, per generosità a persona che ci ha prestato un servizio. [ALDO GABRIELLI (1977), "Nella foresta del vocabolario", Ed. Mondadori]

MANSARDA [dal nome dell’architetto francese Fancois Mansart (1598-1666) che la ideò] Disposizione particolare di tetto, ottenuta spezzando le falde in due parti a diversa pendenza, in modo da permettere l'utilizzazione del sottotetto come abitazione [dallo ZINGARELLI]

METICCIO [dal latino ‘mixtus’ (misto)] (s. m.) Chi è nato da un genitore bianco e da uno amerindio (indiano d’America) || MULATTO [da ‘mulo’, perché incrocio come il mulo] (s. m.) Chi è nato da un genitore bianco e da uno nero || ZAMBO [dallo spagnolo ‘zambo’ (testardo)] (s. m. inv.) Chi è nato dall'unione di un genitore amerindio (indiano d’America) e da un nero [dallo ZINGARELLI]

MEZZA CALZETTA - ‘Mezza calzetta’ è un termine dispregiativo molto diffuso anche oggi per indicare una persona mediocre, con metodi e azioni un po’ meschine, che deludono le aspettative. Per capire lo spunto concreto di questa espressione, bisogna sapere che in un ormai lontano passato, quando le gonne erano ancora lunghe e il costo della seta proibitivo per molte donne, furono messe in commercio calze realizzate in seta soltanto nella parte inferiore e completate, da metà polpaccio in su, con filato di minor valore. In tal modo l’effetto estetico di quanto occhieggiava tra l’orlo della gonna e il collo della scarpa era ottimo, il resto rimaneva celato agli sguardi. L’espediente fu però presto messo fuori gioco dal progressivo accorciarsi delle gonne, che aumentava l’altezza della parte in seta e il rischio di svelare l’inganno. [PAOLO LOMBARDI - MARIAROSA SCHIAFFINO (1986), “… ma le calze”, Ed. Idealibri]

 

 

NEWQUEL (pronuncia: 'njukwel) [dall'inglese '(se)quel' con sostituzione della prima sillaba con con 'new‘ (nuovo)] (s. m. inv.) Film che ripropone lo stesso argomento di un film precedente, senza esserne né l'antefatto né la continuazione [dallo ZINGARELLI]

NICODEMITA [dal nome del fariseo Nicodemo, che, secondo il vangelo di Giovanni, si recò in segreto a visitare Gesù] (s. m. e f.) Chi, nel XVI secolo, aderiva alle dottrine della riforma protestante nascondendo per timore di persecuzioni le proprie convinzioni e manifestando esteriormente ossequio al cattolicesimo || NICODEMÌSMO (s. m.) Atteggiamento proprio dei nicodemiti | Comportamento di chi nasconde le proprie convinzioni religiose, politiche, ideologiche, adeguandosi esteriormente alle opinioni dominanti [dallo ZINGARELLI]

NUBILE [dal latino ‘nube’ (perché la sposa veniva velata)] (agg. e s. f.) Donna non sposata [dallo ZINGARELLI]

 

 

PARETIMOLOGIA [dal greco 'pará‘ (presso, accanto), 'étymon‘ (intimo significato della parola), 'lógos‘ (discorso) e '-ia' (suffisso formante sostantivi)] (s. f.)] Etimologia apparentemente esatta, ma senza fondamento scientifico. [dallo ZINGARELLI]

PECUNIA - Nei più lontani tempi la ricchezza era costituita da greggi, da mandrie. (…) I re stessi erano pastori. Ora in latino questa sorta di bestiame si diceva ‘pecua’ , che in particolare valeva anche “pecora”. (…) Sappiamo più o meno tutti che nei tempi antichi la prima moneta di scambio fu la pecora (a volte anche la sua pelle); e infatti il re Servio Tullio , secondo la tradizione, quando coniò le prime monete di metallo volle che vi fosse messa l’impronta di una pecora; da questa impronta si chiamò ‘pecunia’ la moneta stessa, così come tanti secoli dopo si chiamò ‘fiorino’ la moneta fiorentina che recava l’impronta del fiore, del giglio e ‘scudo’ quella che portava in rilievo la figura di uno scudo guerriero. [ALDO GABRIELLI (1977), "Nella foresta del vocabolario", Ed. Mondadori]

PIOVE, GOVERNO LADRO - Nel 1861 i mazziniani avevano preparato a Torino una dimostrazione, ma il giorno fissato pioveva e la dimostrazione non si fece. Il ‘Pasquino’, noto giornale umoristico, pubblicò allora una caricatura del suo direttore, Casimiro Teja, rappresentante tre mazziniani sotto un ombrello al riparo dalla pioggia dirotta e ci mise sottile la leggenda: ‘Governo ladro, piove!’ . [GIUSEPPE FUMAGALLI (1894), “Chi l’ha detto?”, Ed. Hoepli]

PORTOGHESE - E’ attribuito in Italia a quelli che evitano di pagare il biglietto. Deriva da un episodio accaduto nel XVIII secolo: avendo l’ambasciata del Portogallo a Roma organizzato a SUE spese uno spettacolo al teatro Argentina a cui i portoghesi potevano partecipare gratis, molti romani si finsero portoghesi per non pagare l’ingresso. [da: FEDERICO FALOPPA (2004), “Parole contro”]

PRESUNZIONE [dal latino 'prae-' (precedente) e 'sumere' (prendere)] (s.f.) Un'opinione esagerata del proprio valore e dei propri meriti || SUPERBIA [dal latino 'super' (sopra)] (s.f.) Presunzione che si manifesta con una ostentazione di altera superiorità e di disprezzo per gli altri || ARROGANZA [dal latino 'ad' (a) e 'rogare' (chiedere, pretendere)] (s.f.) E' il modo di comportarsi insolente e irrispettoso di chi non tiene gli altri in alcuna considerazione || PROTERVIA [dal latino 'protervia(m)'] (s.f.) Arrogante e insolente in modo sfrontato [dallo ZINGARELLI]

PSICOLOGIA - La psicologia per due millenni è stata inseparabile dalla filosofia fino al punto che non esisteva un termine che la distinguesse da quest’ultima. Solo nel XVI secolo tale termine è stato coniato da un professore di Marburgo ormai dimenticato, il logico Rodolfo Goclenio, ma fino al XVIII secolo viene pochissimo usato. (…) l’anima come un soffio esalato nell’istante della morte. Di frequente le decorazioni dei vasi greci illustrano quella concezione con l’immagine d’una farfalla [nota: Uno stesso termine (psiche) designa sia la farfalla che l’anima], di una mosca o di un altro insetto alato, che sfugge dalla bocca del moribondo. [FERNAND-LUCIEN MUELLER (1976), "Storia della psicologia", Ed. Mondadori]

PSITTACÌSMO [dal greco psittakós 'pappagallo' e '-ismo' (suffisso formante sostantivi)] (s. m.) Tendenza a ripetere pappagallescamente quanto dicono gli altri. [dallo ZINGARELLI]

 

 

REMIGINO [da San Remigio (1° ottobre) un tempo inizio dell'anno scolastico] (s. m.) Bambino nel primo giorno della prima elementare [dallo ZINGARELLI]

RESILIENZA [dal latino ‘re-' e salire (saltare)] Capacità di un materiale di resistere ad urti improvvisi senza spezzarsi | Idoneità di una persona ad affrontare le avversità e a superarle [dallo ZINGARELLI]

RESISTERE! RESISTERE! RESISTERE! [VITTORIO EMANUELE ORLANDO (dopo la ritirata del Piave), “Atti parlamentari, Camera dei Deputati (1913-17)”]

RITROSO [dal latino 'retro' (dietro) e 'vertere‘ (volgere, girare)] (agg. e s. m.) Ritrosi sono coloro che vogliono ogni cosa al contrario degli altri, sì come il vocabolo medesimo dimostra; chè tanto è a dire a ritroso quanto a rovescio. [GIOVANNI DELLA CASA (1558), “Galateo”]

RIVALI - Dal latino “rivalis”, in origine erano coloro che avevano in comune lo stesso ruscello per irrigare i campi. [da: GIAN LUIGI BECCARIA (2008), “Per difesa e per amore. La lingua italiana oggi”]

 

 

SANDWICH - John Montagu, quarto conte di Sandwich (1718-1702), a soli trent’anni era già primo lord dell’Ammiragliato. Non era fatto per attirar le simpatie del suo prossimo, essendo di carattere aspro, polemico e violento. Ma al tappeto verde era grande davvero, e qui l’ammirazione più assoluta del prossimo non gli mancava. Giocatore accanito dall’alba al tramonto e spesso viceversa, lasciava a malincuore il tavolino da gioco per la tavola da pranzo; e perciò un bel giorno ordinò al suo servo di preparargli una vivanda, in verità ingegnosa, che potesse consumarsi senza il bisogno di posate o di tovaglia, e per di più usando una mano sola, lasciando l’altra mano al servizio delle carte da gioco: una vivanda, l’avete capito, costituita di due fettine di pane imburrato con un po’ di pietanza nel mezzo. Come tutte le cose pratiche, la vivanda così preparata ebbe fortuna, anche fuori delle sale da gioco, e, come giusto, s’ebbe in tutto il mondo il nome del suo inventore: ‘sandwich’. [ALDO GABRIELLI (1977), "Nella foresta del vocabolario"; Ed. Mondadori]

SEMPRE PERNICI! - E’ nella natura umana di stancarsi presto della uniformità, ciò che spiega la cinica esclamazione ‘Tojours perdrix!’ (Sempre pernici!) di cui le origini, secondo una tradizione quasi certamente apocrifa, avrebbero a cercarsi in una burla fatta da Enrico IV al suo predicatore il quale lo rimproverava per le SUE infedeltà coniugali, e a cui egli fece imbandire per molti giorni di seguito null’altro che pernici. Al reverendo un bel giorno sfuggì il detto: ‘Tojours perdrix!’ cui il re di botto replicò: Tojours reine! [GIUSEPPE FUMAGALLI (1894), “Chi l’ha detto?”, Ed. Hoepli]

SHAKER [dall'inglese 'to shake‘ (scuotere)] (s.m. inv.) Recipiente nel quale, scuotendoli, si mescolano i vari ingredienti di un cocktail || SHAKERARE [dall'inglese 'to shake‘ (scuotere)] (v. tr.) Scuotere, amalgamare gli ingredienti del cocktail con lo shaker || SHAKERATO [dall'inglese 'to shake‘ (scuotere)] Bevanda ottenuta, amalgamando gli ingredienti del cocktail con lo shaker || SBATTIGHIACCIO [composto di 'sbattere' e 'ghiaccio'] (s. m. inv.) Shaker [dallo ZINGARELLI]

 

 

TAMARRO [dall’arabo “tammar” ‘venditore di datteri’] (s. m.) Ragazzo di periferia, rozzo e impacciato, che segue la moda, ma ne coglie gli aspetti più vistosi e volgari [dallo ZINGARELLI]

TIMEO DANAOS ET DONA FERENTES. (Virgilio, Eneide, II, 49) Temo i greci anche quando portano doni. Sono parole che Laocoonte adoperò per dissuadere i troiani dall’introdurre tra le mura della città il famoso cavallo dei greci, nel quale subodorava un inganno. Bisogna diffidare dei nemici, specialmente quando vestono la pelle dell’agnello. Mio padre, avendo ricevuto un inatteso dono da mia madre, pronunciò (profeticamente!) la frase: Timeo Danaos ... . [LUIGI VEROLINO (2000), Comunicazione personale]

 

 

ULTIMA THULE - Con questa espressione, il grande Publio Virgilio Marone, autore dell’Eneide, celeberrimo poema che racconta le leggendarie origini di Roma, intendeva alludere all’ultima terra raggiungibile. Thule è, infatti, il luogo mitico citato per la prima volta nei diari di viaggio dell’esploratore greco Pytheas, salpato da Marsiglia verso il 330 a.C. e diretto verso lo sconosciuto Nord. Nei suoi resoconti si può trovare la descrizione di una terra di fuoco e ghiaccio nella quale il sole non tramonta mai, a circa sei giorni di navigazione dall’attuale Regno Unito. Nelle antiche mappe questa terra è mostrata solitamente come un’isola a nord, nord-ovest dell’Inghilterra, ma, attualmente, la teoria più accreditata ritiene che essa debba in realtà identificarsi con Trondheim, in Norvegia. In senso traslato, “tendere all’Ultima Thule” vuol dire ambire ad un ideale superiore, puntare alla perfezione. [LUIGI VEROLINO (2006), Comunicazione personale)]

 

 

VERBI SERVILI - Come è ben noto, i verbi servili prendono l’ausiliare dei verbi che reggono: diciamo, senza dubbio, "sono dovuto partire", oppure "è dovuta andare". Tuttavia, anche "Ho dovuto partire" non è una forma sbagliata dato che mette in luce una sfumatura diversa da "Sono dovuto partire". La prima forma (quella con l’ausiliare avere) è più forte, indica una costrizione assoluta, un "must" come dicono gli anglosassoni. Dunque, se l’azione di andare, venire, partire è per noi obbligata, imposta, senza via di uscita, dalle circostanze, bisogna usare l’ausiliare avere e non essere come sarebbe naturale attendersi. A supporto di questa tesi citerò niente di meno che il grande Manzoni: "Essa ha dovuto partir di nascosto ... " ["I promessi sposi", Capitolo IX]. Scusate se è ... poco! [LUIGI VEROLINO (2000), Comunicazione personale]

VUOTARE IL SACCO - In senso figurato significa dire tutto quello che si sa o si pensa senza riserva alcuna. (…) è preso dal gergo giuridico. Anticamente, infatti, i documenti di un processo venivano messi un sacco e durante il dibattimento gli avvocati prendevano dal sacco ciò che serviva per la discussione. [GIULIO NASCIMBENI (2004) sul “Corriere della sera”]

 

ZDANOVISMO [dal nome di A. Zdanov (1896-1948), uomo politico sovietico, intransigente assertore e controllore della dottrina del partito comunista dell'U.R.S.S. in ogni settore culturale negli anni intorno al 1940] Teoria e pratica di stretto controllo dell'attività di scrittori e generalmente intellettuali, esercitato da uno Stato o da un partito di ispirazione comunista, per renderla conforme alle proprie direttive ideologiche e politiche [dallo ZINGARELLI]

ZEBRALLO [composto di ‘zebra’ e ‘cavallo’] (s. m.) Animale prodotto dall’incrocio tra una zebra maschio e una cavalla (Il nome vale anche per l’animale prodotto dall’incrocio tra un cavallo maschio e una zebra femmina.) [dallo ZINGARELLI]

ZOMBIE (pronuncia zombi) [dalla lingua creola] (s. m. e f. inv.) Nelle credenze popolari delle Antille, spirito soprannaturale che, evocato da riti magici, ridà vita a un cadavere | Il cadavere così rianimato | Persona che è o appare apatica, abulica, priva del tutto di carattere e volontà propri. [dallo ZINGARELLI]