ANNO VI - NUMERO 65 – MAGGIO 2004

CITAZIONI

BLA-BLA-BLA – Quello del bla-bla-bla non è un vizio soltanto della classe politica. E’ un vizio di tutti gl’italiani. In qualunque luogo, circostanza e ambiente sociale il brodo della nostra lingua è sempre allungato. Per dire una cosa, noi impieghiamo il doppio di parole di un inglese o di un francese (…) Noi potremmo esprimerci in maniera molto più asciutta, come del resto facevano gli scrittori del Cinquecento, Machiavelli, Guicciardini e così via, solo che ci decidessimo a dire quel che pensiamo. Ma il fatto è che noi italiani, e i politici in particolare modo, non parliamo e non scriviamo per dire ciò che pensiamo, ma per nasconderlo, o almeno per ovattarlo, in modo da poter essere pronti, all’occorrenza, a dimostrare che non volevamo dire ciò che gli altri hanno creduto di comprendere, ma una cosa diversa, e talvolta opposta. [INDRO MONTANELLI (1981) su “Oggi”]

CAVALLO – “Un cavallo! un cavallo! il mio regno per un cavallo!” [WILLIAM SHAKESPEARE (1593 circa), “Riccardo III”] - Il celebre attore inglese Barry Sullivan rappresentava il Riccardo III in un teatro secondario di Shrewsbury. Giunto alla famosa invocazione: “Un cavallo! un cavallo! il mio regno per un cavallo!”, uno spettatore della patea gli grida: “Non le basterebbe un asino, signor Sullivan?” “Sì! – grida a sua volta l’attore – passate dalla porta del palcoscenico”. [GIUSEPPE FUMAGALLI (1894), “Chi l’ha detto?”, Ed. Hoepli]

MARXISMO – Per il marxismo non c’è differenza fra imprenditore, finanziere, speculatore e imbroglione. Tutto è sfruttamento, tutto è male. Non c’è morale economica, ma solo una morale politica. E’ bene solo quello che serve alla mia parte politica. Queste idee nei Paesi comunisti, hanno distrutto totalmente il substrato morale del mercato. Con il risultato che oggi, nel momento in cui vorrebbero mettere in moto l’imprenditorialità e la concorrenza, si trovano di fronte a disonestà, corruzione e mafia. [FRANCESCO ALBERONI (2003) sul “Corriere della Sera”]

COCKTAIL E TE'

AFFOGATO – Si tratta di una variante del gelato classico. Infatti, al gelato in coppa si aggiunge una certa quantità di sciroppo o di succo di frutta, oppure in modo più sostanzioso liquori, come brandy, Cognac, grappa, whisky in modo che il gelato ne venga parzialmente o a filo ricoperto. [LUCIANO IMBRIANI (1987), “Tutto sui cocktails”, Ed. De Vecchi]

COCKTAIL E TE' E GALATEO

SERVIZIO – Il tè viene versato nella tazza da destra. Se si preferisce, si preleva la tazza davanti a ogni  invitato e la si riempie sul tavolo laterale, poi la si rimette davanti all’invitato. [FRICHI ARBORIO MELLA (1968), “Il nuovo Galateo”, Ed. Sansoni]

ETIMOLOGIA E LINGERIE

BIANCHERIA – Dal 1870 la biancheria tradì anche la sua tradizionale etimologia: non era più soltanto bianca. Subentrarono sete colorate e poi tinte delicate per il broccato e la batista. [LUCIANO SPADANUDA (1997), “Storia delle mutande”, Ed. Castelvecchi]

FILOSOFIA DELLA SCIENZA

CONOSCENZA – La conoscenza umana è incerta, inesatta e parziale. [BERTRAND RUSSELL, “La conoscenza umana”]

MALAPROPISMI

FIAMMINGO - In Belgio parla il "flamenco".
FILOSA – Lo opera "filosofo".
MIRABILANDIA – In "Tailandia", dove ci sono le giostre.
TALPA – Vede “La tana” in televisione.
TUNISIA – E’ andato in "tunisina". [raccolti da VITO COPPA]

IMPUTARE - E' vero, abbiamo perso, ma non posso "amputare" niente ai miei ragazzi. [attribuito a RENZO FOSSATI]

MARZIALI - Io pratico arti "marziane!" [ANONIMO]

MESSINESI – I "messicani" sono i residenti di Messina. [raccolto da PATRIZIA RICCIO]

PLEXIGLASS – Basta con il vetro da oggi ho messo il "Pepsi-glass!" [raccolto da RAFFAELE CALIENDO]

NAPOLETANISTICA

BARBARI - Ogni libreria che chiude diventa un varco per i barbari. E ogni libreria che apre sbarra loro la strada. Più che ovvio quindi, da parte nostra, l'auspicio che mai più le librerie debbano chiudere. Anzi, che tutte, dalle “mega” alle “micro”, nonché le bancarelle, anche quelle con sopra i cosiddetti "libri‑spazzatura" vivano sempre e siano incentivate a crescere e a moltiplicarsi. Dichiariamole tutte "beni culturali dello Stato" perché non solo non vendono prodotti tossici (fumo, alcool, armi, droghe, ecc.), ma svolgono tutte, ciascuna a modo suo,  un servizio di tipo sociale: contribuiscono a sconfiggere la barbarie. Così, come le medicine combattono le malattie i libri combattono l'ignoranza e le relative degenerazioni. Una proposta potrebbe essere quella di mettere i libri allo stesso livello dei prodotti farmaceutici, con tutti i benefici che lo Stato e le Istituzioni elargiscono per tali prodotti. [GAETANO COLONNESE, nota a “Guida alle librerie di Napoli”]

EDOARDO DI CAPUA  (1865 -1917) – Insieme al poeta Giovanni Capurro e grazie alla loro ‘O sole mio’ è considerato uno dei massimi ambasciatori della canzone napoletana nel mondo. Un pezzo mondiale (suonato addirittura alle olimpiadi di Anversa del 1920 dopo che la banda ha perso lo spartito dell’inno nazionale italiano), nato mentre il musicista si trova a Odessa, in Crimea, assieme al padre (il violinista Giacobbe, anch’egli musicista ed apprezzato posteggiatore) impegnato in una tournee. Forse un po’ di nostalgia in un paese dal cielo sempre coperto, forse addirittura l’occasione di fare qualcosa nelle lunghe pause tra uno spettacolo e un altro; fatto sta che avendo con sé il testo dell’amico Capurro si mette al pianoforte e compone la celebre melodia. (…) La miseria diventa sempre maggiore ed inutili saranno le sue speranze legate quasi maniacalmente al gioco del lotto che finirà per assorbire le già scarse finanze. Un giorno confida alla moglie che “morirà quando sarà costretto ad abbandonare il pianoforte”. E così sarà. Costretto a vendere il suo inseparabile mezzo di lavoro muore poco dopo all’ospedale Elena d’Aosta, solo e dimenticato, proprio lui, l’autore delle musiche della più celebre canzone napoletana di tutti i tempi. (‘O sole mio’; (…) ‘Maria Marì’; ‘I’ te vurria vasà’; ‘Torna maggio’; ‘Rosa ‘e maggio’) [BRUNO ABBISOGNO (1991), “La canzone napoletana”]

GRAVIDANZA - Pregnanza ogne male scanza.

PSICOLOGIA

COMUNICAZIONE – Non si può non comunicare. [PAUL WATZLAWICK – JANET BEAVIN – DON JACKSON (1967). “Pragmatica della comunicazione umana“]