Pochi italiani furono apertamente ostili al Fascismo. Il numero degli antifascisti crebbe moltissimo dopo la promulgazione delle leggi razziali (1938) e durante il secondo conflitto mondiale. Dopo la guerra quasi tutti gli italiani erano antifascisti. Uno solo, però, può vantare di essere stato antifascista per una raggelante risposta data a Mussolini. Di frasi fulminanti è piena la storia del nostro paese: dal celeberrimo Guai ai vinti del gallo senone Brenno all’Obbedisco di Giuseppe Garibaldi. Venendo, dunque, al fatto, un diplomatico italiano ricevette, nel 1941, questo telegramma: «Il Duce vi ordina di cessare immediatamente l’incarico di attaché (addetto) presso la Legazione di …». Indispettito dal tono e furente per la rimozione, l’ex-attaché rispose con un altro telegramma, indirizzato a Benito Mussolini, Duce del Fascismo, Piazza Venezia, Roma: «Cesso». Caduto il regime, se ne fece un vanto, dichiarandosi antifascista della prima ora per aver dato, rischiando la galera, se non il plotone di esecuzione, del cesso al Duce.