Nel latino classico, per indicare la bisaccia, il sacco si diceva pera e questo termine richiama immediatamente alla mente la famosa favola di Gaio Giulio Fedro (20/15 a.C.- 51 d.C. Circa) [Giove ci impose due bisacce: ci mise dietro quella piena dei nostri difetti, e, davanti, sul petto, quella con i difetti degli altri. Perciò non possiamo scorgere i nostri difetti: non appena gli altri sbagliano, siamo pronti a biasimarli.] D’altra parte, anche il Vangelo invita a togliere prima la trave che è nel nostro occhio, poi la pagliuzza nell’occhio dell’altro. Tramontato l’impero romano, spariscono anche parole dalla struttura fragile, sostituite con vocaboli di maggior nerbo. Così l’antica pera diventa bisaccium, bis saccium (doppio sacco), che rende meglio l’idea, dal momento che la bisaccia, una volta posta sulla spalla, si suddivide in due parti, una che scende lungo la schiena, un’altra che cade sul petto.