L'on.le Previti, purtroppo per lui, ma anche per il Parlamento della Repubblica italiana, ha ancora pendente un processo penale a suo carico in cui risulta imputato del reato  di corruzione di magistrati. Se non che questo processo non si riesce a celebrare perché,  ad ogni udienza fissata dal Tribunale,  l'on.le Previti fa presente di essere legittimamente impedito a presenziare all'udienza, in quanto impegnato nel dibattito parlamentare alla Camera, per cui l'udienza in Tribunale viene regolarmente rinviata senza un nulla di fatto. Qualche giorno fa il Presidente del Collegio Giudicante del Tribunale ha scritto al Presidente della camera - on.le P. Casini - chiedendogli di indicargli in quali giorni sarebbe possibile processare l'on.le Previti giacché, in mancanza, l'on.le Previti si sarà assicurato in siffatto modo una sostanziale impunità non prevista però dalla Legge. Naturalmente è desiderio comune di tutti gli imputati quello di perseguire il risultato di essere assolti, spesso con ogni mezzo, dalle imputazioni che gli vengono contestate. Ma se questa aspirazione - più che naturale e legittima - può essere perseguita con ogni mezzo da un qualsivoglia cittadino della Repubblica, quando l'imputato è un Parlamentare noi pensiamo che questi abbia dei doveri verso i suoi elettori e verso il Paese che debbono trascendere anche il suo personale interesse; per cui egli non soltanto ha il dovere (comune ad ognuno) di comportarsi con correttezza e lealtà, ma ha anche il dovere di apparire corretto e leale agli occhi della Nazione che come Parlamentare rappresenta. Se poi è interesse di ogni imputato consapevole della propria innocenza poter al più presto dimostrare pubblicamente tale innocenza solennemente sancita in una sentenza di assoluzione, tanto più cogente dovrebbe essere l'interesse di un imputato, che riveste anche il ruolo di Parlamentare, di poter dimostrare al suo elettorato che egli è immune di ogni macchia e che, soltanto a causa di una macchinazione politica o di un errore giudiziario, si è trovato coinvolto in una vicenza giudiziaria che lo vede del tutto estraneo.
Però non può non  destare il sospetto che ci si voglia sottrarre al Giudizio del proprio Giudice naturale la circostanza che da alcuni anni un deputato-imputato on.le Previti non trovi il tempo per poter essere presente alle udienze del suo processo mentre,  contemporaneamente,  risulta che molti Parlamentari, che nel contempo esercitano anche la professione di avvocato, trovano regolarmente il tempo per assistere in Giudizio  i propri clienti. Allora potrebbe diventare forte il sospetto che la posizione di Parlamentare venga funzionalmente sfruttata per poter conseguire la prescrizione dei reati con il trascorrere di un certo numero di anni. Già Cicerone - molti decenni prima di Cristo - di ritorno dal Foro dove era riuscito a strappare ai Giudici un rinvio del processo da lui patrocinato - sacrificava un agnello all'ara degli Dei; se attualmente, nel terzo Millennio,  la stessa tecnica dilatoria dovesse sembrare che fosse utilizzata da un Deputato della Repubblica,  sarebbe molto triste non soltanto per Lui, ma anche per il Parlamento e per la stessa Repubblica.
(scritto il 02/11/2001)