Eccomi  a raccontare ancora del governo di Prodi, quel governo formatosi dallo scarto di poche migliaia di voti, quel governo nato e cresciuto in forza di un anti-qualcosa. quel governo che tiene assieme anime così diverse pur di restare in vita.
La coerenza è cosa importante in politica, cambiare opinione solo per opportunismo rende breve la vita a qualsiasi esecutivo. La logica "pacifista" del comunismo si scontra con la logica del potere, della poltrona e chissà di cos'altro. La politica economica, la politica estera, l'indulto, le basi su cui si fonderà la nostra bella Italia vanno avanti a colpi di fiducia, come se dicessero:"Campa cavallo che l'erba cresce". Un governo che in se ha lo spirito di chi governa e lo spirito di chi fa opposizione. Le contestazioni interne sono molteplici, ci sono ministri che si autosospendono (autosospendere, ma che significa?) e che non hanno il coraggio di dimettersi. Questo è il governo che abbiamo e che, forse, ci meritiamo. Quella logica post-comunista che si è impossessata di tutte le virtù politiche, quella che vuole dire: "i buoni stanno a sinistra",  sta crollando mestamente. Rifinanziano le missioni come quei "guerrafondai" dei loro predecessori, sembrano essersi dimenticati di quegli operai che, quotidianamente, affrontano la vita con difficoltà e, poco importa, se la gente muore in Libano, il potere viene prima di ogni cosa!