ANNO IX - NUMERO 99 – MARZO 2007

CITAZIONI 

AIUTATI CHE DIO (oppure IL CIEL) T’AIUTA; AIUTATI CHE IO TI AIUTO. – Adoperati per risolvere da te i tuoi problemi e troverai che altri ti darà una mano. Noto nella forma: ‘Chi s’aiuta, Iddio l’aiuta’. [“Proverbi” dal Vocabolario ZINGARELLI]  

COMPROMESSI – I compromessi si fanno sui dettagli, non sui principi. [attribuito a MILTON FRIEDMAN]    

CORANO - Gli uomini hanno sulle donne autorità per la preferenza che Dio ha concesso al maschio sulla femmina. (…) Le femmine che si rispettano sono sottomesse, gelosamente  custodiscono l’onore in assenza del marito. (…) Ammonitele, poi lasciatele sole nei loro letti, poi battetele. [CORANO, Sura, versetto IV, 34] - Chiudetele in casa, nei recessi segreti, fino a che morte non sopravvenga o che Dio porga loro una via di uscita. [CORANO, Sura, versetto IV, 15]  

DISCORSO – Sii breve nei tuoi discorsi, perché non ve n’è alcuno che sia gradito, se è lungo. [MIGUEL DE CERVANTES, “Don Chisciotte della Mancia”]  

IMPERATORE COSTANTINO - Ecco come ragionava: il battesimo purifica tutto; posso quindi uccidere mia moglie, mio figlio e tutti i miei parenti; dopo di che mi farò battezzare, e andrò in cielo; cosa che di fatto non mancò di fare. [VOLTAIRE, “Dizionario filosofico”]  

INCOMPETENZA
- “Offelè fa el to mestè” – Pasticciere fa’ il tuo mestiere – (DETTO MILANESE: Non andarti a impegolare dove non sei esperto.)

- “Ne sutur supra (non ultra) crepidam (judicaret)” – Il calzolaio non deve giudicare più su della scarpa. – E’ questo il motto detto da Apelle al calzolaio, che aveva una volta trovato un difetto delle scarpe dipinte in un quadro di Apelle e presumeva di giudicare anche di altre cose fuori del suo mestiere. [citato da PLINIO IL VECCHIO, Nat. Hist.]  

INFELICITA’ – L’infelicità è definita al meglio come il divario tra le nostre capacità e le nostre aspettative. [E. DE BONO su “The Observer”]  

JOHANN SEBASTIAN BACH – Gli era stato proibito, tuttavia, malgrado le sue preghiere e senza motivo apparente, di prender visione d’un libro contenente pezzi per clavicembalo dei più rinomati maestri di quel tempo, Froberger, Kerll, Pachelbel. Lo zelo di cui era animato per progredire negli studi gli suggerì allora il seguente innocente raggiro. Il libro stava in un armadio chiuso da un griglia, egli riuscì a raggiungere l’interno dell’armadio, ad arrotolare il libro, che consisteva in un quaderno di carta privo di copertina, e a estrarlo, cosicché, di notte, quando tutti erano a letto, gli fu possibile copiarlo, al chiarore della luna, dal momento che non disponeva d’un lume. In capo a sei mesi quel bagaglio musicale fu interamente nelle sue mani. Egli cercò poi di utilizzarlo in segreto con eccezionale avidità, ma con il suo più gran dolore, il fratello se ne accorse e gli sequestrò, senza misericordia, la copia che con tanta fatica egli si era confezionata. [Testimonianza (1754) di KARL PHILIPP EMANUEL BACH  (figlio di Johann Sebastian)]  

MATRIMONIO – Ciò che veramente desidera colui che chiede la mano di una donna, è il resto del corpo. [attribuita a ENRIQUE JARDIEL PONCELA]  

ONESTA’ – Sarebbe meglio se fossi furbo. L’onestà è una follia che manda in rovina quelli per cui lavora. [WILLIAM SHAKESPEARE (1605 circa), “Otello”]  

SHERLOCK HOLMES – E’ un errore enorme teorizzare a vuoto. Senza accorgersene, si comincia a deformare i fatti per adattarli alle teorie, anziché il viceversa. [ARTHUR CONAN DOYLE, “Uno scandalo in Boemia”]  

COCKTAIL E TE’ E GALATEO

CALMA
– Quando si vuole proporre un cocktail non bisogna mai avere eccessiva premura. Questo è un rito che va eseguito con calma, anzi con studiata lentezza. Si può correre il rischio di versare del liquido fuori dai bicchieri, oppure urtarli e farli cadere, con le conseguenze facilmente immaginabili.  [LUCIANO IMBRIANI (1987), “Tutto sui cocktails”, Ed. De Vecchi]

ETIMOLOGIA 

LAUTO -  [vc. dotta, lat. lautu(m) (da lavare), propr. 'bagnato, lavato', poi 'elegante, distinto' e quindi 'ricco', perché anticamente il lavarsi era segno di distinzione]  Abbondante, splendido, sontuoso: 'pranzo, trattamento lauto'.  [dal Vocabolario ZINGARELLI]

FILOSOFIA DELLA SCIENZA 

CRITICA – Gli scienziati considerano la critica uno strumento per scoprire se sono in errore, come se fosse un esperimento per convalidare o confutare una teoria. Come il principio della difesa nei processi, è uno dei migliori metodi che gli uomini hanno sviluppato per avvicinarsi alla verità. [MARTIN SELIGMAN (1990), "Imparare l'ottimismo", Ed. Giunti]  

LINGERIE 

GUEPIERE - La guepiere è un bustino femminile (allungato con reggicalze e chiuso sulla schiena con una serie di ganci o lacci) che assottiglia la vita. “Guepiere” viene dal francese “guepe” (vespa) (dal latino “vespa”) per il paragone a “vitino da vespa”. La guepiere fu inventata da Marcel Rochas nel 1945. Oggi s’indossa solo in occasioni particolari per il suo valore erotico. La guepiere alterna tessuti rigidi ed elastici ed è munita di stecche che modellano il corpo. Ha ferretti che aiutano a sostenere il seno e può avere (o non avere) le spalline. [VITO COPPA (2006)]  

MALAPROPISMI 

BRESAOLA – Nel frigorifero c’ ancora il “Brasile”.  
MAIORANA – Andiamo dalla signora “maionese”. [raccolti da VITO COPPA]  

CARATI - Era un diamante di almeno diciotto “caratteri”. [raccolto da DARIO BARLETTA]  

CORRENTE - La scorsa settimana ho aperto un conto “coerente” a Banca intesa.
ERETTA - Come mi devo mettere? In posizione “a retta”?
EROGENE - Mi hai toccato nelle parti “alogene”. [ANONIMI] 

NAPOLETANISTICA    

PACCHIANO 
- Villano, rozzo, “cafone”: il termine deriva probabilmente dal latino ’paganus’ contadino, abitante nel ‘pagus’ o villaggio. [GIOVANNI D’ELIA, “Campania Nostra”]  

- Con molta più probabilità oggi si ritiene che pacchiano sia un deverbale di pacchiare = mangiar con ingordigia (a sua volta verbo di origine onomatopeico); da pacchiare è scaturita pacchia che con il suffisso di appartenenza aneus à dato pacchiano! [RAFFAELE BRACALE (2007), comunicazione personale] 

OTTIMISMOPSICOLOGIA    

FELICI - Tutti pensiamo, per esempio, che avere più soldi, più successo professionale e più armonia coniugale ci renda più felici. Ma, se misuriamo momento per momento, sinceramente e direttamente, il nostro star bene sulla base del nostro vissuto, questi fattori non contribuiscono gran che. La maggior parte di coloro che guadagnano, poniamo 150.000 euro o più all’anno hanno altrettante ore di malore e di stizza e passano altrettanto del loro tempo in attività tediose o stressanti di coloro che guadagnano assai meno. Lo stesso vale per il vissuto effettivo dei singoli e degli sposati nella quotidianità. Si è constatato, invece, che aver dormito poco o male la notte prima, guidare da soli nel traffico per recarsi al lavoro, e discutere con un capufficio sono situazioni tipiche di malessere effettivo, mentre una cena con cari amici è uno degli episodi di massimo benessere. [DANIEL KAHNEMAN cit. da Massimo Piattelli Palmarini sul “Corriere della Sera” (2006)]