Dal buio della notte uno schianto di luci
di iridescente fuoco
erompe.     
Dall’infinita tenebra il cielo 
di variopinti colori     
si tinge.

Di botto la mente al chiuso ricordo 
si  apre.
Esplodono nel grigiore dell’anima 
monachine di immagini:
di mia madre in melodico canto 
picchiettare nella gara del tempo 
l’ultimo orletto del grembiule 
alla vigilia della prova d’esame;

del rosso ciliegio tendere le palme 
alle golose primizie
che mio padre lasciava cadere nella verde stagione
là dove ora sorge
l’ospedale Del Mare;

l’allegro sorriso sul volto stampato di Celestino, 
il biondo compagno dell’ultimo banco,
che a vent’anni riposa con lo stesso sorriso,
ma nella terra stampato;

dell’esilarante  piccina in leggiadra soma
battere il  collo alla vista  della spumeggiante riva
nella luce di un biondo mattino.

L’ultima scintilla schizza
dalla penombra di un bagliore morente,
nascosto allo sguardo .
Un’ultima scia di luce sfavilla nell’oscurità
di un cielo di memoria  di stelle.
Nella scia schiumosa di un mare turchino,
si confonde il sorriso di un volto lontano.

Nella spinta ascendente
anche l’ultima scintilla si strugge,
nel buio della notte profonda.