Con questa espressione, il grande Publio Virgilio Marone, autore dell’Eneide, celeberrimo poema che racconta le leggendarie origini di Roma, intendeva alludere all’ultima terra raggiungibile. Thule è, infatti, il luogo mitico citato per la prima volta nei diari di viaggio dell’esploratore greco Pytheas, salpato da Marsiglia verso il 330 a.C. e diretto verso lo sconosciuto Nord. Nei suoi resoconti si può trovare la descrizione di una terra di fuoco e ghiaccio nella quale il sole non tramonta mai, a circa sei giorni di navigazione dall’attuale Regno Unito. Nelle antiche mappe questa terra è mostrata solitamente come un’isola a nord, nord-ovest dell’Inghilterra, ma, attualmente, la teoria più accreditata ritiene che essa debba in realtà identificarsi con Trondheim, in Norvegia. In senso traslato, “tendere all’Ultima Thule” vuol dire ambire ad un ideale superiore, puntare alla perfezione.